Nella pallavolo la palla va passata, è una regola, ferrea, dura, difficile, ma è il senso del gioco. Non la puoi bloccare, non la puoi stoppare.
Per aggiungere difficoltà, va passata con precisione, al fine che avviene un palleggio preciso, e un attacco forte, che possa aumentare la possibilità di fare punto.
Ma cosa rappresenta quel passaggio?
Il desiderio, le emozioni, e la relazione di squadra è il significato di quel passaggio.
Voi pensate è finita qui, nooo?
No nella pallavolo bisogna studiare il movimento senza palla, i movimenti del compagno, il movimento degli avversari.
Nella pallavolo bisogna saper guardare, analizzare, intervenire per aiutare o per risolvere.
Manca la scelta di responsabilità come individuo e come squadra, che vuol dire nella ricerca tecnica risolvere o mettere sulle spalle la situazione che si vive nel presente: a pallavolo si dice “mia” e non “tua”! Questa è la chiave di comprensione di questo gioco, questa è la scelta che ogni atleta, che ogni squadra e ogni allenatore si assume scendendo in campo! Perché l’allenatore è la guida di queste chiavi, che deve consegnare ai propri atleti!
La tecnica se non possiede tutto questo, non migliora, perché la tecnica non è solo ripetizione di un gesto, ma la ripetizione di quel gesto nel gioco (transfert)!
Ecco la relazione sociale della pallavolo, perché la concentrazione deve avere una visione, perché non basta passare la palla ad un solo giocatore, perché bisogna creare imprevedibilità!
NELLA PALLAVOLO NON C’È SPAZIO PER SIMPATIE O ANTIPATIE, PERCHÉ LA PALLA VA PASSATA PER REGOLAMENTO!
By M.P.